La Ricerca

La ricostruzione della distribuzione degli opifici idraulici nel territorio della Sardegna è stata effettuata attraverso una dettagliata analisi della cartografia storica e attuale. Per l’individuazione cartografica, in particolare, si è fatto riferimento in particolare a:

- Atlante dell'Isola di Sardegna alla scala 1:50.000 - Ril. Alberto La Marmora - Carlo De Candia (1834-1839);

- Catasto Real Corpo di Stato Maggiore - Generale Carlo De Candia (1841-1851) (Archivio Storico Cagliari);

- Fondo cessato Catasto Sassari – Ministero delle Finanze, Distretto Censuario delle Provincie di Sassari, Alghero, Ozieri, Tempio, Nuoro (1853-1881); Ufficio Tecnico di Finanza di Sassari (1881-1936); Ufficio Tecnico Erariale di Sassari (1936-1991) (Archivio Storico Cagliari);

- Fondo Ufficio Tecnico Erariale Cagliari - Ufficio Tecnico di Finanza di Cagliari (1881-1936); Ufficio Tecnico Erariale di Cagliari (1936-1991) (Archivio Storico Cagliari);

- Mappe del Catasto provvisorio della seconda metà dell'Ottocento (ex U.T.E) - Mappe terreni (Archivio Storico Oristano);

- Mappe del cessato Catasto Nuoro, seconda metà dell'Ottocento (Archivio Storico Nuoro);  

- Cartografia I.G.M., 1:25.000 - 1:50.000 - 1:100.000, ed. dal 1895, ed. dal 1962, ed. 1989-1991

- Cartografia Touring Club Italiano, 1:250.000 (ed. 1908-1916);

- Cartografia Tecnica Regionale, 1:10.000 (ed. 1970-78, ed. 1994-2000).

 

 Stralcio Atlante dell'Isola di Sardegna alla scala 1:50.000, F° XXXIX "Marganaj"(1834-39) (lungo il rio San Giovanni di Domusnovas sono riportati la Cartiera e la Valchiera = Gualchiera)

 

 Stralcio Catasto "De Candia", scala 1:5.000, Comune di Osilo, Sez. 12 (1849)

 
 Stralcio Cessato Catasto Sassari, scala 1:5.000, Comune di Thiesi, Frazione Q (post 1853)
 
Stralcio Cessato Catasto Cagliari, scala 1:2.000, Comune di Domusnovas, Frazione I3 (post 1853) 
 
Stralcio Cessato Catasto di Oristano, scala 1:5.000, Comune di Tramatza, Frazione C (post 1853) 
 
Stralcio Cessato Catasto di Nuoro, scala 1:5.000, Comune di Bortigali, Frazione N (post 1853) 
 
Stralcio catastale U.T.E., scala 1:2.000, Comune di Villamassargia, F° A09 (ante 1936) 
 

 Stralcio IGM - F° 206 IV "Bosa", 1:50.000 (ril. 1899)

Stralcio IGM - F° 205-206 "Capo Mannu-Macomer", scala 1:100.000 (ril. 1899)

Stralcio TCI, scala 1:250.000 (1920 ca.)

L’individuazione e la ricognizione dei resti fisici di mulini idraulici nel territorio

La localizzazione puntuale dei mulini idraulici è stata effettuata, innanzitutto, attraverso la georeferenziazione, tramite sistemi G.I.S., del supporto cartografico storico che ne testimonia la presenza in passato nel territorio; quindi, sulla stessa fonte, è stata effettuata la sovrapposizione di una base topografica tecnica recente di maggior dettaglio e aggiornamento (es. C.T.R. in scala 1:10.000) tale da consentirne anche una più agevole identificazione geografica.

L’ulteriore inserimento per overlay di un supporto ortofotografico recente ha permesso di verificare l’esistenza di tracce nel territorio correlabili con la probabile presenza di resti fisici degli opifici idraulici. In tal modo è stato possibile programmare mirate ricerche sul campo e indirizzare puntualmente i sopralluoghi per la effettiva verifica di riscontri oggettivi e, ad esito positivo, constatare l’effettiva consistenza e le relative condizioni di conservazione degli elementi rinvenuti.

 Individuazione del mulini idraulici attraverso la georeferenziazione e l'overlay della cartografia storica 

E’ stato possibile, infine, seguendo questo procedimento, ricostruire graficamente, su un piano topografico di riferimento dettagliato, georeferenziato, ottenuto dal D.T.M. con passo 10 m, la distribuzione dell’insieme di mulini idraulici presenti lungo i corsi d’acqua nonché del sistema di adduzione rappresentato dai canali necessari per il loro funzionamento, oltre alla viabilità originale.

Ricostruzione cartografica della distribuzione dei mulini idraulici e del sistema di adduzione idraulica (in rosso gli opifici idraulici, in blu i corsi d'acqua principali e i canali di derivazione, in marrone la viabilità storica)

Distribuzione dei mulini idraulici in Sardegna

Attraverso l’esame delle fonti cartografiche è stato possibile effettuare la ricostruzione della distribuzione degli opifici idraulici nel territorio regionale. La ricerca, allo stato attuale, ha permesso di individuare l’esistenza, a cavallo tra il XIX e il XX secolo, di oltre 800 mulini idraulici distribuiti nelle varie regioni storiche, con addensamenti lungo i corsi d’acqua in alcuni settori dell’Isola.

 

In Gallura - Monte Acuto (Sardegna nord-orientale) i mulini idraulici sono concentrati lungo il Riu li Mulini, il Riu Parapinta e il Torrente Limbara (Tempio Pausania), lungo il Fiume Liscia e Riu Chivoni (Luogosanto), nel Rio d’Idda (Loiri), nel Riu Piras (Luras). Risultano alcuni mulini dispersi nei territori dei paesi di S. Antonio di Gallura, Arzachena, Ozieri, Aggius, Bortigiadas, Calangianus, Tula, Oschiri, Berchidda, Aglientu, Laerru, Olbia, Monti.

 

Una notevole concentrazione di mulini idraulici è stata accertata cartograficamente, come indicato anche dalle fonti bibliografiche, nel Sassarese - Anglona (Sardegna nord-occidentale), in particolare lungo le sponde del Rio San Lorenzo di Osilo, del Rio Logulentu e del Riu Mascari tra Sassari e i paesi del circondario e, in minor misura, nel Riu Mannu tra Nulvi e Osilo, nel Riu Silanis tra Sedini, Bulzi e Perfugas, nella località Campomela lungo il Riu dei Molini di Cargeghe, lungo il Riu Briai di Ossi, nel Riu Mannu di Nulvi e nel Riu San Michele di Codrongianos.

 

Nel Montiferro - Planargia - Marghine (Sardegna centro-occidentale) opifici molitori risultano concentrati soprattutto nel Riu Mannu - Riu Cherchelighes (tra i paesi di Tresnuraghes, Scano Montiferro, Sennariolo e Flussio) e presso il Riu de Buttoni (Cuglieri), Riu Sos Molinos (Santu Lussurgiu e Bonarcado), Riu Mais Impera (Seneghe), Riu Crabazza (Bosa e Suni), Riu Badu Pedrosu (Bosa), Riu Badu Iscanesu (Sindia) ) e lungo il Riu Badu Mentas (Bolotana). Alcuni opifici compaiono nel Riu s’Ena (Sagama), nel Riu Molineddu (Magomadas) e, dispersi, nei territori di Dualchi e Bortigali.

 

Nel Logudoro - Meilogu - Goceano (Sardegna centro-settentrionale) i mulini risultano allineati lungo il Riu Funtana Ide (Siligo), il Riu Sas Baddes e il Riu Santa Lucia (Bonorva), il Riu Tortu (Torralba), il Riu Bidighinzu (Thiesi), il Riu Minore (Ittiri). Sporadici risultano nei territori di Banari, Mores, Giave, Rebeccu (Bonorva), Ardara, Romana, Cheremule, Bonnanaro, Pozzomaggiore, Bessude, Ploaghe, Mara, Bono.

 

Nelle regioni storiche del Nuorese - Barbagie - Mandrolisai (Sardegna centrale) gli impianti molitori appaiono numerosi, tanto che è lecito affermare che nel territorio di ogni paese, e spesso all’interno dei centri abitati, era presente almeno una attività per la macinazione dei cereali. Una elevata concentrazione di mulini ad acqua si rileva cartograficamente lungo il Riu Torrei (Tiana), nei Riu Samunudorgiu e Riu Trocheri (Tonara), nei Riu Frummene, Riu Mattale, Riu Bacu Desulo e Riu Bacu Vacca (Desulo), presso il Fiume Taloro (Ovodda), lungo il Rio di Leonai (Ortueri), nelle sponde delRiu Aratu (Gavoi, Fonni, Ovodda, Desulo), nel Riu Gusana, in gran parete sommerso dall’attuale invaso omonimo (Gavoi) e nel Fiume Taloro (Gavoi, Ovodda), lungo il Riu S’Iscara (Belvi) e Riu Bau Ponti (Aritzo), fino al Riu Araxisi (Meana Sardo e Atzara), al Riu Gunnarellia (Meana Sardo), al Riu Flumini de Bidda (Fonni), al Riu s’Ispadula (Austis), al Rio di Tistigliosi (Gadoni) e al Riu Arrius (Villanava Tulo). Interessante è anche la successione di opifici idraulici lungo il Riu Accoro (Samugheo) e nell’abitato di Sadali. Pochi esempi risultano nei territori di Asuni, Sarule, Olzai, Ollolai, Lodine, Sorgono, Teti, Mamoiada, Orgosolo, Nuoro.

 

Nell’Oristanese - Barigadu (Sardegna centro-occidentale) la maggiore concentrazione di mulini ad acqua si rileva lungo il Riu Mannu, tra i paesi di Bauladu e Tramatza, lungo l’omonimo Riu Mannu, proveniente dal territorio di Bonarcado, nell’agro di Milis e San Vero Milis, e lungo il Riu Bobolica e il Flumini de Susu (Paulilatino). Più ridotta è invece la presenza nel Riu Cannas (Ardauli), nel Riu Mannu (Abbasanta) e lungo il Riu di San Pietro (Narbolia). Piuttosto dispersi negli altri territori dei paesi di San Nicolò d’Arcidano, Fordongianus, Villaverde, Villaurbana, Terralba, Aidomaggiore, Neoneli, Nughedu S. Vittoria e Marrubiu.

 

Nel Campidano, praticamente assenti, era consuetudine la macinazione dei cereali attraverso l’utilizzo di mole domestiche azionate dalla forza di animali (essenzialmente asini), peraltro ricorrenti anche in altre zone della Sardegna (vedasi Angius-Casalis).

 

"La picciolezza dell’Asino non toglie in Sardegna il suo merito, nè impedisce i suoi servigi. Il merito piuttosto cresce: poiché, laddove una convenevole statura il lascierebbe ignorato, la sua picciolezza il fe’ già più volte ricercare come una meraviglia, portar oltre mare, mostrare nelle corti con sella e con briglia. I suoi servigi al paese natale sono importanti, quanto è importante l’elemento dell’acqua, la qual esso provede, dov’è indispensabile... L’acqua non entra nell’abitato, se non trasportata col soccorso di potenze animate. A questo servigio è deputato in parte l’asinello. Esso è succeduto agli antichi acquedotti, come forse gli aveva preceduti. Il maggior uso però dell’asino, e la sua moltiplicazione provengono dalla scarsezza di acqua corrente. I non molti ed augusti fiumi, soggetti inoltre a disseccarsi nella state, rendono difficile il mulin idraulico. In un paese circondato dal mare, umile dì montagne, ed assai ventilato potrebbe facilmente profittarsi dell’impulso dell’aria. Ma per ora all’impulso supplisce il tirare, e le veci dell’acqua e dell’aria sono sostenute dall’asinello, che tira la macina. Il numero delle macine, e degli asinelli n’è incredibilmente moltiplicato: dimodoché, a vederli, ognuno si rammenta di Columella (*), il quale avvisò, l’asino essere al mondo per macinare e far farina; idea, che certo dovettero avere i padri della lingua sarda, poiché gli posero nome su molente, cioè, il macinatore. Ne’ paesi del Campidano, ove più scarseggia l’acqua da far girare i mulini, il numero n’è maggiore. Ogni casuzza ne ha di suo almeno uno. L’asinello per ogni famiglia vi è essenziale. In un angolo bolle la pignata, nell’altra, romoreggia la macinuzza, e gira il molente; però il numero degli asinelli vi supera facilmente quello de' fuochi,...” (Francesco Cetti, in Storia naturale di Sardegna, 1774-1778; (*) Molarum, et conficiendi frumenti pene solennis est huius pecoris labor. Lib. VII, cap. 1. [Lucio Giunio Moderato Columella, De re rustica]).

 

Nel Sarcidano - Trexenta - Marmilla (Sardegna centro-meridionale) le fonti cartografiche documentano l’esistenza di un rilevante addensamento di mulini idraulici lungo il Riu Mannu, in particolare tra i territori dei paesi di Gesturi, Barumini, Las Plassas e Villanovafranca, lungo il Riu San Sebastiano di Isili, molti dei quali sommersi in seguito alla costruzione della diga Is Barrocus, e presso l’abitato di Nurallao (Riu Pauli Gerace, Riu del Sarcidano). Localmente si rinvengono presso i territori di Laconi, Genoni, Collinas, Segariu, Furtei, Ales, Baressa, Gonnoscodina, Gonnostramatza, Mogoro.

 

Nella Sardegna sud-occidentale (Fluminese - Arburese - Guspinese) la presenza di mulini idraulici risulta decisamente consistente lungo il Riu Mannu e nell’abitato di Fluminimaggiore, lungo il Rio Piras di Gonnosfanadiga, lungo il Terramaistus di Guspini e lungo il Riu Mulinus di Arbus.

 

Nel Sulcis - Iglesiente opifici idraulici risultano allineati nelle sponde del Riu Cixerri (Villamassargia, Musei) e del Riu San Giovanni (Domusnovas). Localmente si rinvengono mulini nel territorio dei paesi di Piscinas, Villaperuccio, Terraseo, Tratalias, Giba, Perdaxius e Narcao.

 

Praticamente assenti risultano in quasi tutta la fascia orientale della Sardegna, a partire dal settore meridionale, nel Sarrabus - Gerrei e, risalendo verso le regioni più settentrionali, nell’Ogliastra (segnalati solo presso Ilbono, Arzana, Gairo, Cardedu, Jerzu, Ulassai), fino alla Baronia (Siniscola, Rio Molinos).

 Carta della distribuzione dei mulini idraulici in Sardegna

 

 

Riferimenti bibliografici

- Di Gregorio F., Piras G. (1998), La Carta di primo inventario dei siti di archeologia industriale della Sardegna, in Atti della 2a Conferenza Nazionale A.S.I.T.A., Bolzano, 24-27 novembre 1998, Vol. 1, pp. 587-592, Arti grafiche Tezzele.

- Di Gregorio F., Piras G. (2001), Il patrimonio di Archeologia industriale della Sardegna. Una nuova opportunità di sviluppo turistico-culturale, in Atti del V Convegno Internazionale di Studi Geografici “La Sardegna nel mondo Mediterraneo”, 28-30 ottobre 1998, Patron Editore, Sassari, v. 12, pp. 291-302.

- Murru Corriga G., Murru M., Piras G. (2009), Mulini perduti. Una ricerca sugli opifici industiali della Sardegna,in Circolazione d’idee, parole, uomini, libri e culture. Sardegna, Corsica, Toscana. A cura di Giancarlo Nonnoi. Ed. Cuec, Cagliari, 251-271.

- Piras G. (2010), Mulini idraulici in Sardegna. La ricerca cartografica, in Atti 14a Conferenza Nazionale A.S.I.T.A., Brescia, 9-12 novembre 2010, 1497-1484.

 

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