Rif: 122
Comune: Gonnosfanadiga
L’opificio, localmente denominato Mulino Ecca (stessa proprietà del M° Rif. 124?), corrisponde molto probabilmente a uno dei tanti indicati in sequenza lungo il Rio Piras di Gonnosfanadiga nella cartografia I.G.M. F° 224-225 in scala 1:100.000 (C. Pecora – Guspini; Ril. 1898) e, in particolare, nel F° 225 I.G.M., Tav. III N.E. “Gonnosfanadiga” in scala 1:25.000 (ril. 1898), seppur difficile risulta associare univocamente il simbolismo cartografico con la posizione esatta in situ. Il mulino è, invece, ben individuato nella Sez. E, Foglio 10 in scala 1:2.000 del primo impianto del catasto del Comune di Gonnosfanadiga (ante 1931) sulla sinistra idrografica del Riu Piras, poco a monte di un altro mulino (rif. 124), raggiunto da una “Gora dei Molini” che, in sequenza, serve tutti gli opifici idraulici presenti in questa sponda, oltre che da una “Strada vicinale dei Molini”. I rilevamenti effettuati dall’Angius nel periodo 1832-48 per la stesura della monumentale opera del Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna, indicano la presenza di molini idraulici lungo il Rio Piras. La presenza di mulini idraulici lungo le sponde del Rio Piras è riportata anche nella vecchia carta del Touring Club Italiano in scala 1:250.000 (foglio “Iglesias”, 1908-1916). La proprietà del mulino è riferita ad Antioco Zurru Lixi, o Concu Fadiori (come l’opificio attiguo, rif. 124); da un’atto pubblico del 1894 risulta la comproprietà fra parenti della stessa famiglia. Non è nota la data di inizio attività; la cessazione è indicata tra gli anni 1920-25 (Rif. Concas M., 2014, Gonnosfanadiga. I mulini ad acqua. Storia, legislatura, contravvenzioni, processi, Maura Editrice).
La piccola costruzione a pianta rettangolare, appoggiata su un lato alla scarpata, conserva pressoché completa in elevazione la muratura perimetrale, la cui struttura è in trovanti anche grossolani di natura poligenica, per lo più arrotondati, disposti ad opera incerta, con inserimenti e rinzeppature mediante ciottolame. Il profilo delle murature maestre indicano un tetto spiovente a falda unica, mentre la copertura originaria è sostituita da una più recente. Collegato idraulicamente in passato con gli altri opifici presenti più a valle, si osservano tracce di canalizzazione per l’adduzione dell’acqua.