Rif: 037
Comune: Villamassargia
Il Mulino Bagasti è individuato nei documenti catastali del Cessato Catasto dell’U.T.E. di Cagliari (Frazione D1, Comune di Villamassargia, post 1881), derivante dai rilievi del catasto del Real Corpo di Stato Maggiore Generale (Catasto De Candia, anno 1845). Lo stesso è indicato nella carta I.G.M. F° 233 in scala 1:100.000 (Iglesias; Ril. 1897) e nell’ingrandimento F° 233 IV N.E. in scala 1:25.000 (Domusnovas, Ril. 1897) con il toponimo “Molin’e is Pillonis”. L’opificio è riportato nella Sez. A F° 9 del primo impianto del catasto del Comune di Villamassargia (ante 1931) sulla destra idrografica del Rio Becciu (Riu Trottu / Rio Cixerri). La gora, innestata in questo fiume in prossimità di Su Ponti, prima di condurre le acque al Mulino Bagasti, raggiunge, in successione, il Molino de Antoni Acca (rif.129) e il Molino Serras (rif. 128). Il mulino è riportato con il toponimo “Mol. de is Pillonis” anche nella vecchia carta del Touring Club Italiano in scala 1:250.000 (foglio “Iglesias”, 1908-1916).
In un documento del fondo “Tribunale – Cause Penali – Processi decisi”, conservato presso l’Archivio di Stato di Cagliari, viene citata la causa “Spari alla porta del molino”, in località Villamassargia, della parte lesa Pilloni Giovanni contro Rei incerti, datata anno 1853. Non è appurata la corrispondenza tra il fatto e il mulino qui descritto.
Nonostante le precarie condizioni di conservazione e la totale assenza di elementi tecnologici è possibile riconoscere, in grandi linee, alcuni elementi funzionali costruttivi, in particolare due distinti vani di ruote orizzontali e, quindi, di due impianti di macinazione. E distinguibile, inoltre, un tratto della gora, attualmente utilizzata come canale per i campi coltivati; la cartografia indica che questa derivazione proveniva direttamente dal Mulino Serras de Basciu per poi confluire nel corso d’acqua principale. La particolarità del mulino è la sua struttura muraria integralmente in mattoni fatti con impasto di fango e paglia (ladiri), esternamente intonacata come risulta evidente ancora in uno dei prospetti dell’edificio.